Pin It

Lombalgia?Ginnastica Mckenzie

Il metodo McKenzie

 

Si basa essenzialmente sul mantenimento di posizioni corrette e sull’esecuzione di esercizi appropriati il metodo di Robin McKenzie, fisioterapista di fama mondiale, nato in Nuova Zelanda, che ha sviluppato un proprio sistema di diagnosi e trattamento dei dolori del collo e della schiena. Oggi i suoi metodi di trattamento sono riconosciuti come efficaci e applicati in molti centri fisioterapici in America, Europa, Asia e Australia. Vediamo di che cosa si tratta e quando può essere utile fare ricorso a questo metodo.

 

Che cos’è il metodo McKenzie

Il metodo McKenzie si basa sul mantenimento di posture corrette e sull’esecuzione di alcuni specifici esercizi per trattare alcune forme di mal di schiena e di collo, quelle cioè causate da cause di tipo meccanico, legate cioè al mantenimento di posture scorrette o all’esecuzione di movimenti dannosi.

Gli esercizi mirano a migliorare la struttura ed il funzionamento dei tessuti molli, danneggiati da atteggiamenti innaturali, a riprendere e a mantenere una posizione corretta.

Se eseguiti correttamente, a poco a poco comportano una sensibile diminuzione del dolore che, dalle zone più “periferiche” del nostro corpo, si porta più vicino alla colonna vertebrale, fino a scomparire gradualmente.

Una volta che si è ottenuto un miglioramento, è opportuno proseguire sulla buona strada, cercando di mantenere sempre, da seduti o in piedi, una postura corretta, con la testa diritta e la schiena che mantiene la lordosi fisiologica.

 

BOX: Come è fatta la schiena

La colonna vertebrale è formata da una serie di ossa, chiamate vertebre, che presentano una parte solida (il corpo vertebrale) ed un foro posteriore.

Le vertebre

Dal momento che le vertebre sono poste l’una sopra l’altra, i fori sono allineati e formano un passaggio, chiamato canale vertebrale, attraverso il quale è posto  il midollo spinale dal quale, ad ogni livello, fuoriescono le radici nervose.

I dischi

Le vertebre sono separate tra di loro da strutture cartilaginee, dette dischi vertebrali, situati davanti al midollo spinale. I dischi hanno una parte centrale molle, il nucleo, circondata da un anello cartilagineo e fungono da “ammortizzatori”. Ciascuno di essi, infatti, può modificare la propria forma ed è questo che consente il movimento delle vertebre e dell’intera colonna vertebrale.

Le vertebre e i dischi sono collegati tra loro da una serie di articolazioni, ciascuna delle quali è tenuta insieme dai tessuti molli circostanti.

Le lordosi naturali

Quando siamo in piedi, nella giusta posizione eretta, la nostra colonna vertebrale presenta due rientranze, una all’altezza del collo, l’altra all’altezza delle reni: queste due rientranze vengono chiamate “lordosi cervicale” (del collo) e “lordosi lombare” (dei lombi, zona posta sopra il bacino). La lordosi cervicale e lombare è presente per natura, ma scompare nel momento in cui assumiamo una posizione sbagliata con il collo o con la schiena.

Se poi la posizione errata viene mantenuta a lungo, possono insorgere problemi a livello cervicale e lombare, con conseguenti dolori in queste due zone.

 

Le cause del dolore

McKenzie ritiene che, nel caso in cui il dolore non si possa attribuire ad un trauma improvviso (come il cosiddetto “colpo di frusta”), le cause del dolore siano da ricercare nelle errate posizioni che tutti i giorni ognuno di noi assume, costringendo la colonna vertebrale a posizioni innaturali.

Il dolore nasce quando l’articolazione che unisce due vertebre è in una posizione che stira eccessivamente i tessuti molli circostanti. Molto spesso, l’eccessivo stiramento può essere causato semplicemente, come già detto, da posizioni sbagliate che sottopongono il collo o la regione lombare a una tensione non grave (meno brusca rispetto ad un trauma improvviso), ma prolungata nel tempo. Questa situazione è vera soprattutto per le forme più comuni di cervicalgia (dolore al collo) e di lombalgia (dolore alla schiena all’altezza delle reni).

Dal collo poi, il dolore si può irradiare a entrambe le spalle, alla parte superiore della spalla o alla scapola: oppure può proseguire fino al gomito, al polso e alla mano, provocando formicolii e intorpidimento. In alcune persone può provocare dolore al capo. Dalla schiena, invece, il dolore si estende al gluteo, poi alla coscia e al ginocchio, arrivando talvolta fino alla caviglia e al piede.

 

Quando si sbaglia

Le “occasioni” per assumere posizioni sbagliate sono innumerevoli: durante la giornata, mentre si lavora, durante il riposo notturno. Al lavoro per esempio, alcuni rimangono seduti per molte ore nella stessa posizione e tendono progressivamente a perdere la naturale lordosi lombare e a portare il collo in avanti.

Anche chi sta molto tempo in piedi non se la passa molto bene. A poco a poco si tende a lasciar cadere in avanti le spalle e a piegare la schiena, annullando la lordosi lombare.

Alcune attività (lavori domestici, giardinaggio, sollevamento pesi) addirittura favoriscono la perdita delle lordosi, poiché costringono a stare sempre chinati in avanti, con il collo in flessione.

 

 

Chi può farlo e chi no

Questo metodo è indicato soprattutto per le persone che durante la giornata assumono posizioni sbagliate e che soffrono di dolori (anche non costanti) al collo, alla schiena o irradiati.

E’ invece meglio non praticare questi esercizi nei seguenti casi:

se i problemi alla schiena e al collo sono la conseguenza di un trauma o di un incidente recente

se si è soggetti ad uno stato di malessere generale

se si hanno problemi alla vescica

se il dolore è molto forte

se avvertite vertigini

salva diversa indicazione del medico.

foto mckenzie

 

Presso lo Studio di terapia manuale Kinesys eseguiamo ginnastica McKenzie


Have your say