Pin It

Dolore all’anca

protesi_anca

Protocollo di rinforzo muscolare dell’anca

L’anca è l’articolazione prossimale dell’arto inferiore. Situata a livello del bacino, collega la testa del femore con la cavità acetabolare.

L’anca appartiene alla famiglia delle enartrosi, è infatti un tipo di articolazione che ha due superfici articolari, una concava e una convessa, tenute a contatto da una capsula fibrosa rinforzata dalegamenti. Le enartrosi sono le articolazioni più mobili del corpo umano: permettono movimenti di flessione-estensione, adduzione-abduzione, intrarotazione-extrarotazione e circumduzione.

La grande possibilità di movimento che caratterizza l’anca, deriva dal fatto che questa articolazione è attraversata da tre assi, su cui si vanno a svolgere i vari movimenti. Questi assi sono:

  • Asse verticale: su quale si effettuano extra-intrarotazione
  • Asse trasversale: sul quale si effettuano flesso-estensione
  • Asse sagittale: sul quale si effettuano abduzione-adduzione
MOVIMENTI DELL’ANCA
  flessione attiva a ginocchio esteso 90°
  flessione attiva a ginocchio flesso > 120°
  flessione passiva a ginocchio esteso supera sempre i 120°
  flessione passiva a ginocchio flesso supera i 140°
  estensione passiva 20°
  estensione attiva 20° a ginocchio esteso
  estensione attiva 10° a ginocchio flesso
  estensione passiva 20°a ginocchio esteso
  estensione passiva 30° aginocchio flesso tirato all’indietro.
  abduzione attiva 45°
  abduzione passiva 180°
  adduzione è possibile solo se accompagnato da una lieve flessione o estensione dell’anca. poiché li movimento di adduzione dipende dal grado di flessione o estensione dell’anca non si parla di escursione angolare tipica.
  rotazione esterna 90° a ginocchio piegato
  rotazione interna varia da 30° a 40°

La testa femorale, di forma sferica, ha un diametro di 40-50 mm, ed è attaccata alla diafisi tramite il collo. La cavità acetabolare ha la forma di una semisfera ed è circondata dal ciglio cotiloideo che serve ad aumentarne la capienza. Il tutto è stabilizzato e ricoperto dalla capsula articolare.

La capsula articolare si presenta come un manicotto cilindrico teso fra ileo ed estremità superiore del femore. L’estremità ha la forma di un manicotto che dal ciglio cotiloideo, va ad inserirsi sulla linea intertrocanterica anteriore e sulla linea intertrocanterica posteriore. La capsula articolare è rinforzata sia anteriormente e posteriormente da potenti legamenti:

anteriormente dal legamento ileo-femorale (Bertin) e dal legamento pubo-femorale; posteriormente dal legamento ischio-femorale

Proprio a causa della sua grande mobilità e dato che è un’articolazione che sopporta carichi notevoli (essendo situata in un punto strategico del nostro corpo che riceve influenze sia dal basso che dall’alto), l’anca è un’articolazione spesso soggetta a patologia degenerativa.
L’artrosi dell’anca, è una patologia che si manifesta soprattutto nella popolazione sopra i 50 anni, tuttavia non è raro riscontrare lo stesso problema in soggetti molto più giovani. La patologia è data dalla precoce usura dei capi articolari. Di solito si manifesta con dolore all’articolazione interessata o della muscolatura vicina. Il dolore è maggiore al mattino, si attenua con il movimento, si può risvegliare dopo sforzo e generalmente si allevia durante la notte.

Successivamente la funzionalità articolare diventa limitata, prima dal dolore, poi dagli ostacoli di natura meccanica, che possono impedire lo svolgimento delle normali attività o rendere difficili anche le abituali funzioni della vita di relazione.

La diminuzione della rima articolare é il primo segno di danno cartilagineo e può consentire di fare diagnosi di artrosi iniziale. Successivamente si osservano gli altri sintomi radiologici non sempre evidenti. La presenza degli osteofiti e le deformità dell’articolazione sono segno di artrosi di vecchia data, che si conclude con l’anchilosi dell’articolazione radiologicamente evidenziabile.

L’evoluzione della patologia spesso porta a doversi sottoporre ad intervento chirurgico a cui deve seguire un’adeguata fase di recupero in modo da poter tornare ad una condizione il più simile possibile alla condizione fisica antecedente l’operazione e l’inizio della patologia.

Di fondamentale importanza, prima di iniziare un programma di tipo riabilitativo, è il consulto con il chirurgo che ha effettuato l’intervento, per ottenere il permesso di iniziare questa fase e le indicazioni da seguire durante il periodo di recupero. Una volta avuto il permesso è altrettanto fondamentale effettuare le terapie e la riabilitazione di tipo fisioterapico per riacquisire la maggior funzionalità articolare possibile. Successivamente, sempre previa autorizzazione medica, si deve iniziare una fase di recupero muscolare, della mobilità articolare e di tutte le capacità condizionali e coordinative, in modo da poter riprendere le attività quotidiane senza particolari problemi o limitazioni.

Protocollo di rinforzo muscolare dell’anca

L’anca è l’articolazione prossimale dell’arto inferiore. Situata a livello del bacino, collega la testa del femore con la cavità acetabolare.

L’anca appartiene alla famiglia delle enartrosi, è infatti un tipo di articolazione che ha due superfici articolari, una concava e una convessa, tenute a contatto da una capsula fibrosa rinforzata dalegamenti. Le enartrosi sono le articolazioni più mobili del corpo umano: permettono movimenti di flessione-estensione, adduzione-abduzione, intrarotazione-extrarotazione e circumduzione.

La grande possibilità di movimento che caratterizza l’anca, deriva dal fatto che questa articolazione è attraversata da tre assi, su cui si vanno a svolgere i vari movimenti. Questi assi sono:

  • · Asse verticale: su quale si effettuano extra-intrarotazione
  • · Asse trasversale: sul quale si effettuano flesso-estensione
  • · Asse sagittale: sul quale si effettuano abduzione-adduzione
MOVIMENTI DELL’ANCA
  flessione attiva a ginocchio esteso 90°
  flessione attiva a ginocchio flesso > 120°
  flessione passiva a ginocchio esteso supera sempre i 120°
  flessione passiva a ginocchio flesso supera i 140°
  estensione passiva 20°
  estensione attiva 20° a ginocchio esteso
  estensione attiva 10° a ginocchio flesso
  estensione passiva 20°a ginocchio esteso
  estensione passiva 30° aginocchio flesso tirato all’indietro.
  abduzione attiva 45°
  abduzione passiva 180°
  adduzione è possibile solo se accompagnato da una lieve flessione o estensione dell’anca. poiché li movimento di adduzione dipende dal grado di flessione o estensione dell’anca non si parla di escursione angolare tipica.
  rotazione esterna 90° a ginocchio piegato
  rotazione interna varia da 30° a 40°

La testa femorale, di forma sferica, ha un diametro di 40-50 mm, ed è attaccata alla diafisi tramite il collo. La cavità acetabolare ha la forma di una semisfera ed è circondata dal ciglio cotiloideo che serve ad aumentarne la capienza. Il tutto è stabilizzato e ricoperto dalla capsula articolare.

La capsula articolare si presenta come un manicotto cilindrico teso fra ileo ed estremità superiore del femore. L’estremità ha la forma di un manicotto che dal ciglio cotiloideo, va ad inserirsi sulla linea intertrocanterica anteriore e sulla linea intertrocanterica posteriore. La capsula articolare è rinforzata sia anteriormente e posteriormente da potenti legamenti:

anteriormente dal legamento ileo-femorale (Bertin) e dal legamento pubo-femorale; posteriormente dal legamento ischio-femorale

Proprio a causa della sua grande mobilità e dato che è un’articolazione che sopporta carichi notevoli (essendo situata in un punto strategico del nostro corpo che riceve influenze sia dal basso che dall’alto), l’anca è un’articolazione spesso soggetta a patologia degenerativa.
L’artrosi dell’anca, è una patologia che si manifesta soprattutto nella popolazione sopra i 50 anni, tuttavia non è raro riscontrare lo stesso problema in soggetti molto più giovani. La patologia è data dalla precoce usura dei capi articolari. Di solito si manifesta con dolore all’articolazione interessata o della muscolatura vicina. Il dolore è maggiore al mattino, si attenua con il movimento, si può risvegliare dopo sforzo e generalmente si allevia durante la notte.

Successivamente la funzionalità articolare diventa limitata, prima dal dolore, poi dagli ostacoli di natura meccanica, che possono impedire lo svolgimento delle normali attività o rendere difficili anche le abituali funzioni della vita di relazione.

La diminuzione della rima articolare é il primo segno di danno cartilagineo e può consentire di fare diagnosi di artrosi iniziale. Successivamente si osservano gli altri sintomi radiologici non sempre evidenti. La presenza degli osteofiti e le deformità dell’articolazione sono segno di artrosi di vecchia data, che si conclude con l’anchilosi dell’articolazione radiologicamente evidenziabile.

L’evoluzione della patologia spesso porta a doversi sottoporre ad intervento chirurgico a cui deve seguire un’adeguata fase di recupero in modo da poter tornare ad una condizione il più simile possibile alla condizione fisica antecedente l’operazione e l’inizio della patologia.

Di fondamentale importanza, prima di iniziare un programma di tipo riabilitativo, è il consulto con il chirurgo che ha effettuato l’intervento, per ottenere il permesso di iniziare questa fase e le indicazioni da seguire durante il periodo di recupero. Una volta avuto il permesso è altrettanto fondamentale effettuare le terapie e la riabilitazione di tipo fisioterapico per riacquisire la maggior funzionalità articolare possibile. Successivamente, sempre previa autorizzazione medica, si deve iniziare una fase di recupero muscolare, della mobilità articolare e di tutte le capacità condizionali e coordinative, in modo da poter riprendere le attività quotidiane senza particolari problemi o limitazioni.

intervento_protesi_anca

Presso lo studio di terapia manuale Kinesys si esegue riabilitazione post chirurgica dell’anca anche in  piscina.


Have your say